Ecco il report pubblicato dal Mise sulle startup italiane.
Il documento ci dice quante persone ci sono, dove operano e quali sono le opportunità per chi vuole costruirne una.
Una start-up è una società per azioni non quotata, costituita da meno di cinque anni, con un fatturato inferiore a 5 milioni di euro e con specifici indicatori di innovazione tecnologica.
L’ecosistema delle start up italiane si arricchisce sempre di più: sono ormai circa 13.000 le giovani imprese innovative nel nostro Paese, che rappresentano il 13,6% di tutte le società di capitale ancora attive negli ultimi cinque anni.
Il Ministero dello Sviluppo Economico svolge un monitoraggio costante delle start-up e fornisce informazioni accurate, che sono un utile punto di partenza per tutti gli imprenditori che vogliono avviare nuove attività o aspiranti imprenditori e investitori alla ricerca di nuove opportunità.
Così dicono i dati del Mise.
Cosa è successo alle startup italiane dopo il Covid-19?
Con la pandemia, la flessibilità e l’adattabilità dei modelli di business agili sono diventate più importanti, giustamente considerate il più grande vantaggio delle start-up.
Un modello che permette di stare al passo con la rivoluzione digitale, avendo anche la resilienza necessaria per superare le emergenze.
Le grandi aziende iniziano a prestare attenzione alle startup e a riesaminare i loro modelli organizzativi tradizionali al fine di renderli più agili.
Start up italiane nel 2021
Secondo il rapporto del Mise, al 1° luglio 2021 le startup in Italia erano 13.582, con un incremento dell’8,1% rispetto al trimestre precedente.
La maggior parte è concentrata in Lombardia (26,7%), poi da Lazio, Campania, Veneto ed Emilia Romagna.
Mentre invece è il Trentino Alto Adige con la maggior concentrazione di imprese innovative.
Milano, a livello provinciale, presenta il maggior numero di start up (18,7% del totale nazionale), Roma è la seconda che oltrepassare la soglia delle 1.000 imprese (1.411 start-up, 10,4% nazionale).
Ma in quali aree di lavoro ci sono più start-up?
Il 75% delle aziende opera nel campo dei servizi B2B, cioè forniscono servizi alle imprese: nello specifico si occupano di sviluppo e produzione di software, consulenza informativa, attività di R&S, servizi d’informazione e editing.
Il 16,6% delle startup lavora nel settore manifatturiero (fabbricazione di macchinari e di computer, prodotti elettronici e ottici) e il 3% nel commercio.
La maggior parte delle startup innovative sono microimprese e hanno un valore medio della produzione pari a 171,7 mila euro.
In aumento le startup al femminile, ovvero dove le donne sono la maggioranza, attualmente 1.746, pari al 12,9% del totale (sono il 21,1% tra le neo-società di capitali), mentre il totale delle startup degli under 35 è 2.451, pari al 18% del totale, ma c’è almeno un giovane nel 41% delle start-up italiane (5.575 in tutto), contro il 31,9% delle altre imprese.
Il Mise conta anche 483 imprese dove prevalgono gli impiegati stranieri, pari al 3,6% del totale.
Rispetto ad altre tipologie di imprese, quelle analizzate dal Mise registrano perdite maggiori: 52,3%, mentre la perdita dei tessuti imprenditoriali italiani è del 32,3%.
Questo è un identikit del Mise.
Anche tu hai una start-up?